Dall’evento di presentazione del quarto rapporto “Illuminare le periferie” arriva un appello da COSPE e Agenzia Italiana per la Cooperazione “Riaprire una sede di corrispondenza RAI in America Latina”. 

Nel 2021 cresce l’attenzione agli esteri nei telegiornali italiani, con il 29% di notizie totaliche guardano al mondo. Il dato più elevato registrato nell’ultimo decennio. Quasi 1 notizia su 3 è dedicata agli esteri, se si considerano sia le notizie di politica estera che le soft news che hanno origine in paesi terzi.

L’incremento, dicono gli esperti dell’Osservatorio di Pavia, curatori e promotori del rapporto insieme a COSPE, FNSI, Usigrai e AICS, è stato influenzato sia da fattori contingenti quale la pandemia mondiale, sia da fattori strutturali che hanno modificato l’agenda internazionale, tra cui per esempio i cambiamenti climatici. Le notizie di esteri sul Covid 19 nel 2021 sono il 15%, in calo rispetto al 32% del 2020, ma sempre rilevanti. Il resto della copertura vede un sostanziale equilibrio tra soft news (curiosità, sport, spettacolo) e hard news (politica, guerre e conflitti, immigrazione, terrorismo), rispettivamente il 42% e il 43% delle notizie di esteri.

I primi 5 paesi o aree geografiche estere coperte dai notiziari (USA, Europa, Gran Bretagna, Afghanistan e Francia) coincidono nei tre network mentre le soft news raccolgono percentuali più elevate nei notiziari Mediaset (37%) mentre La7 presenta la percentuale più elevata di notizie di politica internazionale (48%) anche rispetto ai notiziari RAI (34%). 

Di alcuni temi quali guerre e conflitti si parla più in riferimento al continente asiatico (22%), soprattutto in riferimento alla crisi afgana dell’agosto 2021, mentre per terrorismo e immigrazione è il continente africano ad esserne più correlato rispetto ad altre aree geografiche.

L’assenza di continuità nel racconto contribuisce a generare sconcerto nelle opinioni pubbliche. Uno sconcerto che deriva non solo dagli errori della politica, ma anche dalla mancata illuminazione di “periferie” che avrebbero dovuto essere considerate capitali anche dal sistema mediatico. Quanto é accaduto in Afghanistan, ma lo stesso si potrebbe dire per l’Iraq, per la Siria, quasi cancellata, per il Congo, per lo Yemen, per il Sudan, per l’Etiopia, si sta ripetendo oggi per il conflitto tra Russia e Ucraina, ne sono la prova” denuncia Beppe Giulietti, presidente della FNSI nell’introduzione al Rapporto, che lancia l’idea di un Corso di alata formazione sugli esteri che deve coinvolgere in primis i giornalisti della RAI ma anche la scuola di giornalismo di Perugia e altri spazi.

Emilio Ciarlo, responsabile delle Relazioni Istituzionali e della comunicazione dell’AICS sottolinea l’importanza di un’analisi qualitativa e invita a non confondere la libertà di espressione con la libertà alla disinformazione e propone un Premio Illuminare le Periferie per dare l’esempio e forza a chi tra i giornalisti si impegna per un’informazione di qualità.

Nel 2021 i sette telegiornali italiani del prime time hanno dedicato allo Yemen solamente 5 notizie. I 9 Paesi dell’Africa sub-sahariana definiti prioritari per la Cooperazione italiana (Burkina Faso, Senegal, Niger, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Mozambico) hanno raccolto solo 42 notizie

La copertura degli esteri rimane concentrata su pochi paesi: i primi 10 nella classifica di visibilità contano per oltre il 70% della copertura totale dei paesi esteri, tra questi 10 nemmeno un paese africano, e solo l’Afghanistan tra i paesi a basso reddito.

Il servizio pubblico deve guardare al mondo per far crescere una cittadinanza consapevole. Il modo in cui la RAI copre le notizie di esteri, in quantità e qualità, anche grazie alla reti di corrispondenti nei vari paesi, può e deve diventare un elemento distintivo dell’offerta e dell’approfondimento giornalistico” commenta Roberto Natale, Rai per il Sociale.

Nel dibattito si è auspicato che queste riflessioni e temi trovino adeguata menzione nel nuovo contratto di servizio RAI in rinnovo e in discussione in questi mesi.

Si conferma l’eurocentrismo dell’informazione televisiva che raccoglie la metà delle notizie sugli esteri (49%), mentre l’Asia  (25%) supera il Nord America (18%) solo a causa delle vicende afgane. L’Africa con il 4,4% e ancor più l’America Latina, con il 2,4% si confermano invece marginali e contenenti oscurati dalla tg italiani.

Chiediamo più attenzione e spazi informativi sul mondo. Per iniziare a colmare la frattura tra dimensione globale dei fenomeni e l’informazione diffusa dai media italiani, chiediamo un segnale al servizio pubblico in primis, e la riapertura della sede RAI In America Latina” – dice Anna Meli, responsabile comunicazione di COSPE. “Riteniamo infatti che la RAI così facendo, possa fare da esempio e da traino per tutta l’informazione italiana e adempiere in modo più compiuto ai principi generali richiamati dal Contratto di servizio, contribuendo così ‘allo sviluppo di una società inclusiva, equa, solidale e rispettosa delle diversità̀”

Uno strumento pensato per i giornalisti e le redazioni: “Questo rapporto vuole essere uno strumento di lavoro a disposizione delle redazioni – dice Daniela Macheda segretario dell’Usigrai un pungolo, uno sprone a tornare ad essere testimoni diretti dei fatti. E per farlo bisogna ripartire dalle periferie: tornare a viverle. Per capirle e raccontarle, come ci dimostra il conflitto in Ucraina.”

La redazione del rapporto annuale “Illuminare le Periferie” nasce proprio per dare un contributo alla riflessione nel mondo dell’informazione italiana e per questo si tratta di un’iniziativa congiunta dei Sindacati dei giornalisti, FNSI e Usigrai, da tempo impegnati oltre che sul fronte sindacale anche sul tema della qualità dell’informazione, di un organismo di ricerca qualificato come l’Osservatorio di Pavia e di una ONG come COSPE che ha da sempre messo al centro della propria azione, oltre agli interventi di cooperazione internazionale, l’azione di stimolo e sensibilizzazione dell’opinione pubblica italiana sugli squilibri e le interdipendenze Nord-Sud.

Il rapporto è scaricabile qui

 

18/05/2022

 

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