In viaggio con COSPE: Eswatini, alla scoperta del popolo Swazi

Ultimi posti disponibili. Termine iscrizioni proprogato al 6 giugno 2022.

Insieme a Planet Viaggi Responsabili COSPE organizza un viaggio per quest’estate alla scoperta di Eswatini un Paese dalle molte bellezze ma anche molte contraddizioni, in cui opera da lungo tempo. Partenza il 6 agosto, ritorno il 20, due settimane per scoprire l’Africa prevalentemente a piedi e incontrare le comunità Swazi con cui COSPE sta sviluppando i suoi numerosi progetti.

Eswatini (ex Swaziland) è un piccolo regno indipendente racchiuso tra Sudafrica e Mozambico, noto per le sue molte riserve naturali e per le ricche tradizioni della popolazione Swazi.

Un Paese dalle molte bellezze ma anche molte contraddizioni, in cui COSPE opera da lungo tempo con numerosi progetti.

Le piccole dimensioni permettono di visitarlo ed esplorarlo in maniera diversa, lontana dal chiasso dei pullman carichi di turisti.

COSPE, nell’ambito del suo programma di viaggi, ha organizzato questo itinerario per esplorare a piedi importanti riserve quali Malolotja, Mlilwane, Mlawula, salendo sui monti Lubombo o scendendo in gole spettacolari. Sono trekking semplici, alcuni di una giornata, altri di più giorni campeggiando all’aperto, che permetteranno un contatto diverso e più ravvicinato con la flora e la fauna locali.

Non si tratta però soltanto un viaggio naturalistico, infatti si potrà conoscere il cuore e l’anima del Paese visitando i progetti sostenuti da COSPE: si raggiungerà la zona rurale di Tikhuba per conoscere donne e giovani coinvolti in un progetto di lavorazione del peperoncino e di allevamento delle capre; si visiterà una banca dei semi e un centro di trasformazione agricola; si dormirà in strutture frutto di progetti delle comunità locali sostenuti da COSPE; si verrà accolti dalle donne Swazi che prepareranno i cibi tradizionali e guideranno i viaggiatori a vedere le loro fattorie per conoscere lo stile di vita, la cultura e le tradizioni Swazi. Sarà possibile incontrare i cooperanti del COSPE, che aiuteranno a comprendere a fondo la vita di questo particolare e straordinario Paese.

Per concludere il viaggio, visto che Eswatini ci confina direttamente, gli ultimi due giorni verranno trascorsi nel parco Kruger, uno dei più importanti parchi africani, forse il posto migliore per avvistare i cosiddetti Big 5. Il parco non è visitabile a piedi, ma per questo gruppo è previsto l’uso esclusivo di un veicolo, senza altri ospiti.

Un viaggio che permette di vedere l’Africa dall’interno, come di solito mai si riesce.

Dal 6 al 20 agosto, organizzato in collaborazione con Planet Viaggi Responsabili, un viaggio all’insegna della sostenibilità per conoscere e aiutare le comunità Swazi.

Link a: Scopri il programma completo

 

7 maggio 2022

Se 1200 vi sembran tanti!

UN APPELLO AL GOVERNO DRAGHI PER L’ESTENSIONE DEI CORRIDOI UMANITARI ALLE PERSONE A RISCHIO DI VITA E DI PERSECUZIONE IN AFGHANISTAN, RIMASTE ESCLUSE DALLA LISTA DEI 1200 FINORA INSERITI

Il tema della discriminazione fra profughi di serie A e profughi di serie B si sta scaldando anche sulla stampa. Le organizzazioni della società civile in contatto con la realtà afghana ricevono costantemente richieste di assistenza alla fuga dall’Afghanistan, o all’uscita dai paesi di transito dove numerose famiglie, singoli attivisti e attiviste e persone oggetto di discriminazione per la loro condizione personale o professionale, sono costrette a soggiornare in attesa di partire. Dopo tante risorse spese per spostarsi al di fuori del proprio paese, i loro visti sono in scadenza, o scaduti,  e le spese di mantenimento diventano insostenibili. Per molte e molti, la permanenza in questi paesi confinanti è un ulteriore fattore di rischio per la presenza di organizzazioni fondamentaliste legate, o  meno, al governo talebano,  o per la prassi sempre più diffusa dei rimpatri.

Si tratta in gran parte di persone che si sono esposte pubblicamente durante il periodo dell’occupazione militare Nato a guida USA, e che anche la clandestinità non può proteggere. La vergogna per le incresciose modalità con cui si è svolto il ritiro delle truppe occidentali, non è cancellata dal nuovo dossier ucraino perché le ragioni che sono all’origine del disastro a cui abbiamo assistito a metà agosto sono ben presenti alla nostra memoria e sono parte delle lezioni afghane che dovrebbero essere patrimonio anche della politica.

Sale anche lo scandalo per l’incomprensibile blocco dei corridoi umanitari che avrebbero dovuto portare in salvo in Italia almeno un primo gruppo di 1.200 persone a rischio di vita e di persecuzione in Afghanistan, dopo il ponte aereo dell’agosto scorso.

Siamo consapevoli che i corridoi umanitari non rappresentino una misura sufficiente a rispondere al bisogno di protezione, e che il loro carattere discriminatorio sia un loro limite: evidente a chi li attua, e soprattutto a chi vi rimane escluso. Come organizzazioni della società civile denunciamo però come inaccettabile, il blocco di quelli previsti dal Protocollo firmato il 4 novembre scorso tra Cei, Sant’Egidio, Federazione chiese evangeliche ‘Fcei’, Tavola Valdese, Arci nazionale, Inmp, Iom e Unhcr per l’incredibile motivazione addotta dal nostro Governo, come riportato da più fonti: la mancanza della strumentazione per la rilevazione delle impronte digitali presso le sedi delle nostre ambasciate in Pakistane e Iran.

Riteniamo inoltre incredibile sul piano della corretta gestione della materia migratoria – come rilevato dagli interventi degli esponenti delle organizzazioni coinvolte nella realizzazione dei corridoi umanitari dall’Afghanistan al recente Festival Sabir di Matera – che il Governo italiano proponga addendum al testo firmato per caricare sulle spalle del privato sociale ulteriori spese, inizialmente non previste, spostando ulteriormente la gestione dell’assistenza alle persone in fuga, dal piano pubblico a quello privato. Lo riteniamo inaccettabile soprattutto alla luce della spesa militare continuamente in  crescita e di quanto speso in armi anche in Afghanistan in questi ultimi 20 anni.

Oltre a richiedere lo sblocco dei corridoi umanitari per i quali il Governo italiano ha preso impegni precisi, chiediamo soprattutto, e con forza, l’avvio di sistemi efficaci e continuativi di messa in protezione delle persone a rischio e un loro trasferimento veloce in Italia.

Attendiamo provvedimenti concreti e tempestivi che mettano fine alla ulteriore sofferenza oggi inflitta tramite mezzi amministrativi ai richiedenti asilo. 

PER ADERIRE ALL’APPELLO SI PUO’ SCRIVERE A   retecisda@gmail.com

Primi firmatari (elenco in aggiornamento):

CISDA onlus https://www.cisda.it/

Linea d’Ombra Trieste https://www.lineadombra.org/

Stop Border Violence https://www.stopborderviolence.org/

Le Veglie Contro Le Morti In Mare https://www.facebook.com/Leveglie2021

Melitea www.gruppomelitea.wordpress.com

Cospe https://www.cospe.org/

Colombia – Junior capo progetto

Nell’ambito del Progetto CoLoRes – Comunità Locali Resilienti – Cospe ricerca un junior capoprogetto per la realizzazione di due risultati principali: in primo luogo, alla implementazione delle filiere agro-forestali, di produzione e servizi e commercializzazione dei negocios verde; in secondo luogo, a supportare le comunità locali, afro, indigene e contadine affinchè siano individuati gli strumenti di pianificazione ambientale del territorio piu’ adeguati, aiutando ad identificare pratiche di adattamento al cambiamento climatico con particolare riguardo anche alle questioni di genere.

 

Principali responsabilità e mansioni:

Responsabile del coordinamento e della esecuzione delle attività in relazione ai due risultati attesi del progetto, in coordinamento con il capoprogetto e i partner coinvolti secondo i piani operativi e finanziari annuali approvati, e nel rispetto delle procedure interne e dei finanziatori.
Responsabile del sistema di monitoraggio in loco, della pianificazione degli strumenti per la raccolta delle informazioni, la loro sistematizzazione e la produzione di report di analisi dei dati di monitoraggio consolidati.
Supporto nella selezione, contrattazione, gestione, supervisione e valutazione del personale in loco: identificazione dei bisogni in termini di risorse umane, preparazione e partecipazione alla fase di selezione, supervisione e monitoraggio dei piani di lavoro, valutazione del personale uscente.
Cura delle relazioni e degli accordi con le organizzazioni coinvolte, favorendone il coinvolgimento nelle fasi di pianificazione ed esecuzione, e con ogni altro stakeholder rilevante per area/settore di progetto.
Elaborazione piani operativi e finanziari periodici, elaborazione ed aggiornamento e del piano invii, collaborazione con capoprogetto nella formulazione di eventuali variazioni da sottoporre ad approvazione del donante, elaborazione di note informative e rapporti sulle attività realizzate.
Coordinamento periodico con Rappresentante Paese, Responsabile di Area, Referenti in Italia e tutta l’equipe di assistenza tecnica assegnata al progetto, per aggiornamento, monitoraggio e condivisione problematiche/opportunità
Monitoraggio della corretta gestione amministrativa dei risultati del progetto: controllo dei piani finanziari e di spesa e della corretta archiviazione dei documenti giustificativi di spesa, del corretto uso del sistema di contabilità e del rispetto delle procedure COSPE e del donante. Analisi e condivisione delle criticità ed identificazione di soluzioni. Controllo dello stato del cofinanziamento.

Supportare il Rappresentante Paese nella gestione delle seguenti attività:

Avvio e sviluppo contatti e negoziazioni con possibili donatori e nuovi partner e partecipazione alla identificazione ed elaborazione di nuovi progetti (contenuto, partenariati e budget)
Articolazioni di COSPE di fronte ai soggetti nazionali e internazionali presenti nel paese;
Alla elaborazione di un piano strategico triennale nel quadro della pianificazione triennale COSPE,
All’ apertura di collaborazioni e filoni di lavoro secondo i temi prioritari e la mission COSPE

Partecipazione a momenti di scambio, formazione e coordinamento, sia a livello regionale che in Italia e da remoto con le altre sedi COSPE
In assenza del Rappresentante Paese, nell’ambito delle deleghe conferite ed in stretto coordinamento con il Direttore di Dipartimento assume la funzione e gli obblighi del Preposto per la Sicurezza per la sede estera, così come previsto dal Documento di valutazione dei Rischi (DUVRI) in ambito del D.leg.vo 81/08

 

Requisiti richiesti

Laurea in una delle seguenti discipline; Scienze politiche, Scienze Agrarie, Economia, Antropologia, Sociologia o equivalenti;
Minimo 2 anni di esperienza nell’accompagnamento di progetti di cooperazione internazionale e di sviluppo sociale, dal punto di vista strategico e operativo;
Minimo 3 anni di lavoro all’estero;
Esperienza e conoscenza del contesto Colombiano;
Comprovata conoscenza degli strumenti di gestione del ciclo del progetto (quadro logico, budget, cronogramma, POA)
Esperienza in formulazione di progetti.
Conoscenze settoriali in: comunità afro, indigene e contadine; sviluppo rurale, tutela ambientale, processi partecipativi, problematiche di genere.
Conoscenza delle procedure e norme e dei meccanismi di finanziamento dei principali donatori (AICS; UE);
Ottima comprensione del contesto e gestione della sicurezza;
Ottime capacità di relazioni esterne, con ONG, Enti governativi, Istituzioni pubbliche, Agenzie, Imprese for profit, donatori privati;
Ottime capacità di organizzare e coordinare il lavoro di gruppo e relazionarsi con colleghi, collaboratori, volontari;
Ottima conoscenza informatica dei programmi Excel, Power Point e Word;
Ottima conoscenza della lingua italiana
Ottima conoscenza della lingua spagnola
Buona conoscenza della lingua inglese
Forte motivazione rispetto alla Mission di Cospe e piena e motivata adesione ai Valori di Cospe: Cooperazione, Rispetto, Coerenza, Professionalità e Creatività.

 

Requisiti preferenziali

Master in Cooperazione internazionale
Esperienza lavorativa pregressa in Colombia
Esperienza lavorativa in contesti / settori difficili o di conflitto
Ottima conoscenza della lingua inglese.
Esperienza nell’organizzazione di eventi pubblici e di visibilità.
Esperienza di lavoro con entità internazionali

 

Competenze attitudinali rilevanti

Orientamento alla qualità, Analisi e risoluzione dei problemi, Apertura al cambiamento, Auto-organizzazione, Lavoro di squadra, Ascolto, Influenza e Leadership.

 

Durata del contratto: 12 mesi, previsto a partire da agosto 2022 con possibile estensione di ulteriori 26 mesi.

 

INQUADRAMENTO CONTRATTUALE: Co.co.co. come cooperante espatriato. Previsto un rientro in Italia all’anno e assicurazione medica internazionale.

Si prega di inviare il proprio Curriculum vitae e una lettera motivazionale, con autorizzazione al trattamento dati personali (DLgs 196/2003 e smi) all’indirizzo  risorse.umane@cospe.org specificando nell’oggetto del messaggio “COLORES 2022”, entro e non oltre la data del 05/06/2022.

Cospe si riserva la facoltà di modificare, prorogare, sospendere, riaprire i termini o revocare la presente procedura di selezione qualora se ne riveli la necessità o l’opportunità.

Solo i candidati ammessi ai colloqui di selezione riceveranno comunicazioni relative all’esito della procedura.

Cospe si impegna a selezionare i propri collaboratori esclusivamente sulla base delle competenze professionali, indipendentemente da elementi relativi a provenienza culturale, genere, orientamento sessuale.

 

Innovazione e sostenibilità nel settore della pesca artigianale in Manabì

Contesto

Le regioni Manabì ed Esmeraldas sono da sempre territori strategici per l’attività della pesca artigianale in Ecuador. La maggior parte degli uomini della zona si dedica all’arte della pesca, utilizzando tecniche semplici e tradizionali, attraverso un sapere tramandato di generazione in generazione. Sebbene la risorsa alieutica sia la principale fonte di guadagno per la popolazione locale, i tassi di povertà registrati sono tra i più alti nel paese a causa del basso valore commerciale del pesce, della massiccia attività estrattiva ad opera principalmente di imbarcazioni (semi) industriali e di una sconsiderata e non controllata attività di deforestazione dei boschi di mangrovie per lasciar posto alle piscine per l’allevamento di gamberi.

 

Il progetto

Il progetto ISOSPAM – Innovazione e sostenibilità nel settore della pesca artigianale in Manabì è iniziato ufficialmente il 4 settembre del 2021. Prevede l’implementazione di attività per l’innovazione e la sostenibilità nel settore della pesca artigianale ed ha come obiettivo quello di contribuire alla riduzione degli effetti del cambiamento climatico e alla promozione dell’occupazione di donne e giovani nel settore della pesca nella Provincia di Manabì, Ecuador.

 

TITOLO ORIGINALE DEL PROGETTO
ISOSPAM – Innovazione e sostenibilità nel settore della pesca artigianale in Manabì

LUOGHI DEL PROGETTO
Ecuador, province di Manabì e Esmeraldas

BENEFICIARI DIRETTI DEL PROGETTO
Pescatori artigianali e le loro famiglie

CAPOFILA
COSPE

PARTNER DEL PROGETTO
Prefettura di Manabì, Comune di Pedernales, Università politecnica Salesiana

ENTE FINANZIATORE
AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo)

DURATA DEL PROGETTO
Settembre 2021 – Agosto 2024

 





COSPE a Coltano il 2 giugno per dire no alla base militare

L’“azzeramento” del progetto per creare una base militare a Coltano, nell’area del Parco Naturale Migliarino- Massaciuccoli – San Rossore, è una buona notizia, un primo risultato che premia la determinazione e la tenacia di un movimento nato dal basso, che ha saputo raccogliere e mobilitare le adesioni e il sostegno di un arco molto ampio e variegato di persone, associazioni e istituzioni, e ha imposto al governo questa ingloriosa ritirata. Ma una notizia buona solo a metà, se dietro l’impegno sbandierato da tutti a ricercare alternative condivise, frutto di un Tavolo di Concertazione con le “comunità locali” ancora da costruire, si avanzano già ipotesi di ritornare al punto di partenza, con una ritoccata di verde alla proposta originale. Una possibilità tutt’altro che remota, come lascia intravedere il sindaco di Pisa Conti nel suo intervento alla Leopolda di Pisa di due giorni fa, quando parla dell’ipotesi di tenere Coltano dentro questo (nuovo) progetto, purché si tratti di un intervento complessivo di rigenerazione urbana”. 

Per questo, oggi più di ieri, è importante non abbassare la guardia, ma continuare e rilanciare la mobilitazione per opporci tutti insieme ed in modo convinto a un complesso di costruzioni militari che prevede 440mila metri cubi di edifici e 73 ettari di territorio cementificato. 

Alla Regione Toscana e al Comune di Pisa chiediamo con ancora maggiore determinazione che sia bloccato qualsiasi tentativo di usare a fini militari i fondi pubblici del PNNR, destinati per loro natura a progetti ambientali e bisogni sociali di assoluta priorità. In primo luogo  i 190 milioni di euro, destinati al progetto “azzerato” della base di Coltano. 

Saremo presenti per questo alla manifestazione nazionale indetta dal Movimento il 2 giugno a Coltano, e invitiamo tutte e tutti a partecipare, per dare più voce e più forza alle nostre ragioni, in una data così importante, in un momento così cruciale.