Che cosa sono i crediti d’aiuto

Che cosa sono i crediti d’aiuto

I crediti d’aiuto, o concessionali, sono dei prestiti a condizioni particolarmente favorevoli per i paesi che li ricevono. Per questo sono considerati una forma di aiuto pubblico allo sviluppo.

Definizione

Non tutto l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) è costituito da risorse a dono. Una parte dell’Aps infatti è composto dai cosiddetti crediti d’aiuto, ovvero prestiti che devono però includere una componente a dono, secondo le regole stabilite dal comitato Dac dell’Ocse.

L’elemento a dono viene conteggiato sulla base del tasso di interesse che deve essere inferiore a quello del mercato. Il periodo di grazia, ovvero il periodo di tempo durante il quale non deve essere restituito il capitale prestato e l’interesse, deve essere esteso in modo da avere un alto elemento a dono. Mentre il periodo di rimborso dovrà essere di lungo termine. Il tutto attualizzato con un tasso di sconto.

Minore è il grado di sviluppo del paese destinatario maggiore dev’essere la componente a dono. Così se per i paesi a più basso tasso di sviluppo (Ldcs e Lics) la componente a dono deve rappresentare almeno il 45%, per i paesi a reddito medio-basso (Lmics) la quota di dono deve arrivare al 15% mentre per quelle a reddito medio-alto (Umics) e per le organizzazioni internazionali la quota di dono si limita al 10%.

I paesi destinatari di risorse dell’aiuto pubblico allo sviluppo sono suddivisi in diversi raggruppamenti a seconda del livello di reddito. 

Vai a “Che cosa sono i paesi Ldcs”

In Italia i crediti d’aiuto, così come gli altri aspetti principali dell’aiuto pubblico allo sviluppo, sono disciplinati dalla legge 125/2014.

“Il Ministro dell’economia e delle finanze […] su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale […] autorizza la società Cassa depositi e prestiti Spa a concedere, anche in consorzio con enti o banche estere, a Stati, banche centrali o enti pubblici di Stati […] nonché a organizzazioni finanziarie internazionali, crediti concessionali a valere sul fondo rotativo.” – Legge 125/2014, articolo 8

Dal testo della norma emerge chiaramente che il ministero degli esteri e della cooperazione internazionale e il ministero dell’economia mantengono un ruolo di indirizzo, mentre è Cassa depositi e prestiti (Cdp) a occuparsi in termini operativi di questo tipo di risorse. Cdp in effetti è generalmente considerata come il braccio finanziario della cooperazione.

Come evidenziato dalla corte dei conti le procedure previste per arrivare alla concessione dei crediti d’aiuto sono piuttosto lunghe e possono richiedere anche 3 o 4 anni. L’iter di approvazione infatti è condizionato dalla natura politica dell’accordo tra governi, ma anche dalla frammentazione delle competenze e dalla molteplicità dei quadri regolatori di riferimento.

Dati

Le risorse a disposizione di Cdp per concedere crediti d’aiuto sono contenute in un apposito fondo rotativo posto fuori dal bilancio dello stato che, a fine giugno 2023, ammontava a poco meno di 2 miliardi e 630 milioni. Stando ai dati forniti dal ministero dell’economia attualmente lo stock di crediti d’aiuto forniti dall’Italia ai paesi beneficiari ammonta a circa 2 miliardi e 770 milioni. Queste risorse comprendono tutti i crediti esistenti che, date le scadenze a lungo termine, riguardano anche prestiti storici che non sono ancora stati pienamente ripagati (come ad esempio quello allo Zimbabwe con crediti d’aiuto precedenti al 2006 che ammontano a 94 milioni).

Nel corso dell’ultimo decennio i crediti concessionali hanno rappresentato circa il 9,1% delle risorse del canale bilaterale italiano, una quota che ha subito alcune oscillazioni nel corso degli anni.

9,1% la quota del canale bilaterale italiano destinata ai crediti d’aiuto tra 2013 e 2022 (gross disbursement).

Tra 2006 e 2013 i crediti d’aiuto sono stati piuttosto elevati rispetto alla media, raggiungendo un minimo del 5,2% nel 2011 e un massimo del 21,5% nel 2007. Poi tra 2014 e 2019 questo tipo di flusso è rimasto piuttosto basso, raggiungendo al massimo il 9,2% nel 2017. Il dato è tornato ad aumentare nel 2020 quando i crediti concessionali hanno raggiunto il 26,3% dell’aiuto bilaterale, assestandosi poi attorno al 12-13% nel biennio successivo. D’altronde il dato elevato del 2020 è anche frutto di un anno in cui le risorse a dono hanno raggiunto livelli estremamente bassi, aumentando l’importanza relativa dei prestiti.

DA SAPERE

Non tutto quello che è calcolato come aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) rappresenta un semplice trasferimento di risorse tra paesi. Una parte del canale bilaterale infatti è costituito dai cosiddetti crediti d’aiuto, ovvero dei prestiti che devono però includere una componente a dono, secondo le regole stabilite dal comitato Dac dell’Ocse. Gli importi sono indicati in dollari a prezzi costanti 2021 secondo il metodo gross disbursement.

L’Italia comunque risulta meno concentrata su questa forma di aiuto rispetto alla media dei paesi Ocse Dac che complessivamente, negli ultimi 10 anni, hanno erogato risorse tramite crediti concessionari per quasi il 16% del canale bilaterale. Ancora più elevato il dato raggiunto dall’Unione europea, che supera il 28%.

Come anticipato i prestiti concessi ai paesi a più basso tasso di sviluppo devono prevedere condizioni per loro più favorevoli. Inoltre, la possibilità che questi paesi non siano in grado di ripagare il debito è più elevata. Anche per queste ragioni quindi la quota di crediti concessionari destinati ai paesi a più basso tasso di sviluppo è minore rispetto a stati in cui il livello di reddito è un po’ più elevato.

DA SAPERE

L’Aps allocabile è quella parte di aiuto pubblico allo sviluppo in cui può essere identificato un paese specifico come destinatario. Una componente dell’Aps allocabile è rappresentata dai crediti d’aiuto, ovvero prestiti che devono includere una componente a dono, secondo le regole stabilite dal comitato Dac dell’Ocse. Questo stesso comitato suddivide ciascun paese beneficiario di Aps tra diverse fasce di reddito per cui sono previste regole specifiche. Tra queste si trovano i paesi a più basso tasso di sviluppo (Least developed countries, Ldcs); altri paesi a basso reddito (Low income countries, Lics); paesi e territori a reddito medio-basso (Lower middle income countries, Lmics); paesi e territori a reddito medio-alto (Upper middle income countries, Umics) e paesi più avanzati (More advanced developing countries, Madc

In effetti se si considera il totale dell’Aps allocabile (ovvero quella parte dell’aiuto bilaterale per cui può essere identificato uno specifico paese beneficiario) risulta che oltre il 43% delle risorse è destinato ai paesi a più basso tasso di sviluppo (Ldcs).

Osservando solo i crediti d’aiuto invece questa quota si riduce al 17%. La maggior parte di queste risorse viene invece destinata a paesi a reddito medio-basso (Lmics, 47,8%) ma anche a paesi a reddito medio-alto (Umics, 35,1%).

Considerando i singoli paesi, nel corso dell’ultimo decennio è stata la Tunisia ad ottenere più risorse da parte dell’Italia attraverso i credi di aiuto, con 286 milioni di dollari (a prezzi costanti 2021). A seguire l’Ucraina (229 milioni), l’Argentina (202), l’Iraq (172) e il Senegal (91).

Rapporto Cespi 2023

Diversamente da quando si parla di altre forme di aiuto bilaterale, nel caso dei crediti d’aiuto sono perlopiù i governi di questi paesi a ricevere i prestiti. Le Ong e le imprese che operano in questi territori quindi potranno accedere a queste risorse solo indirettamente, attraverso i programmi adottati dai governi grazie ai prestiti ricevuti. Tra 2011 e 2021, in effetti, il 77% dei crediti d’aiuto italiani sono stati destinati ai governi centrali di questi paesi e il 22% a organi multilaterali come banche regionali di sviluppo.

Analisi

Che sia più o meno opportuno che i crediti d’aiuto rientrino tra gli strumenti della cooperazione allo sviluppo è stato un tema dibattuto, in particolare intorno agli anni 2000. In quella fase infatti un organo consultivo istituito dal congresso statunitense e noto come commissione Meltzer sostenne, tra le varie cose, l’opportunità di cancellare il debito dei paesi in via di sviluppo suggerendo inoltre che l’Aps dovesse avere esclusivamente carattere a dono.

Le conclusioni della commissione tuttavia furono ampiamente criticate da chi sosteneva l’utilità dei crediti d’aiuto per la politica di cooperazione. Dal loro punto di vista infatti i crediti d’aiuto non tolgono nulla alla cooperazione a dono, rappresentando invece uno strumento aggiuntivo. Peraltro i rimborsi generati possono essere reinvestiti nel comparto contribuendo alla sostenibilità delle politiche di cooperazione. Inoltre il meccanismo dei prestiti sarebbe tale da migliorare la disciplina fiscale dei paesi beneficiari.

Anche la solidità di queste posizioni però è stata contestata. A oggi comunque anche le tesi critiche nei confronti dei crediti di aiuto non contestano tanto lo strumento in sé, preferendo piuttosto mettere in guardia rispetto a un suo corretto utilizzo.

In particolare i finanziamenti a dono dovrebbero essere considerati preferibili quando i beneficiari sono esposti a un debito eccessivo, quando si tratta di paesi a basso tasso di sviluppo (Ldcs) o quando l’oggetto del finanziamento riguarda politiche sociali.

Con una decisione assunta alla fine del 2014, questo dibattito è stato almeno in parte recepito dal comitato Ocse Dac. Infatti, mentre in precedenza i criteri per considerare un prestito come Aps erano univoci, oggi le regole cambiano a seconda che il paese ricevente rientri tra quelli a più basso tasso di sviluppo (Ldcs) piuttosto che a paesi a reddito medio-basso (Lmics) o medio alto (Umics).

Inoltre, grazie a questa decisione, a partire dal 2018 è stata applicata una nuova metodologia per rendicontare i crediti concessionali. Tradizionalmente, infatti, le risorse a dono e i crediti d’aiuto erano considerati in modo equivalente nel quadro di un approccio basato sui flussi annuali in entrata/uscita (metodo cash-flow), con la sola differenza che la progressiva restituzione del credito contava poi negativamente sull’Aps del paese donatore. A partire dal 2018 invece è diventato operativo un nuovo metodo di calcolo, noto come grant equivalent, che si applica ai crediti concessionali e che consente di scontare si dall’inizio (front loading) i ripagamenti e quindi di rendicontare subito solamente la componente a dono.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda!”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Chiari e scuri della cooperazione italiana

Chiari e scuri della cooperazione italiana


Il 2024 è l’anno in cui dovrebbe prendere avvio il cosiddetto piano Mattei. Attualmente però le informazioni disponibili sono molto scarse e per comprendere se questo progetto risulterà efficace o meno sarà necessario monitorarlo nel tempo. Analizzare la politica di cooperazione italiana degli ultimi anni però può essere un ottimo punto di partenza per valutare come si muoverà il paese nel prossimo futuro.

A dicembre scorso l’Ocse ha rilasciato i dati definitivi sulla cooperazione internazionale nel 2022. Si è trattato di un anno particolare e che allo stesso tempo ha consolidato una tendenza ormai in atto da alcuni anni. Ovvero la crescente incidenza di forme di aiuto che vengono considerate da molte organizzazioni (in particolare Concord Europe) come impropriamente inserite nel computo della cooperazione allo sviluppo e quindi gonfiate.

Da una parte, l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) è aumentato, sia in termini assoluti (+19% dal 2021) che rispetto al reddito nazionale lordo (0,33%, mentre l’anno precedente si attestava allo 0,29%). Un aumento che però, occorre sottolineare, ci mantiene ancora lontani dall’obiettivo dell’Agenda 2030, ovvero di destinare lo 0,70% del reddito nazionale lordo (Rnl) all’aiuto pubblico allo sviluppo.

Dall’altra parte, l’incremento ha riguardato quasi esclusivamente la componente gonfiata dell’aiuto. In particolare tutte quelle risorse che vengono spese all’interno dei confini del paese donatore e quindi di fatto non raggiungono i cosiddetti paesi beneficiari, per i quali è pensata la cooperazione internazionale. Se consideriamo nel calcolo soltanto la componente di aiuto genuino, l’aumento è stato infatti molto contenuto (+1,8%).


Aumentano le risorse della cooperazione internazionale

Stando ai dati definitivi forniti dall’Ocse, nel 2022 le risorse dedicate dall’Italia all’aiuto pubblico allo sviluppo sono aumentate rispetto all’anno precedente, superando i 6 miliardi di euro.

6,32 miliardi di euro l’aiuto pubblico allo sviluppo italiano nel 2022.

Corrispondenti a 7,24 miliardi di dollari a prezzi costanti (un’unità di misura che ci permette di paragonare i dati attraverso gli anni), ovvero quasi un quinto in più rispetto al 2021, quando l’Aps totale era stato pari a poco più di 6 miliardi di dollari.

Nel 2022 l’Aps italiano aumenta del 19%

L’aiuto pubblico allo sviluppo italiano in dollari a prezzi costanti, tra 2010 e 2022

DA SAPERE

I dati si riferiscono all’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) italiano in termini assoluti, calcolato in dollari a prezzi costanti. Fino al 2014 è stata utilizzata la metodologia net disbursements, dal 2015 i grant equivalents.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(pubblicati: venerdì 2 Febbraio 2024)


L’aumento è stato pari al 19%, in confronto all’anno precedente. Prosegue quindi un incremento che era iniziato già nel 2020. Tuttavia rispetto al 2021, quando il tasso di crescita era stato del 37,3%, c’è un relativo rallentamento. Anche rispetto al reddito nazionale lordo il rapporto è aumentato e anche in questo caso parliamo di un incremento che ha sì continuato una dinamica già in atto dal 2020, ma con variazioni meno pronunciate.

0,33% il rapporto Aps/Rnl italiano nel 2022.

Nel 2021 tale rapporto era fermo allo 0,29%, mentre nel 2020 era pari allo 0,22%. Comunque un valore leggermente superiore rispetto a quanto era stato preannunciato dai dati preliminari, che lo stimavano allo 0,32%.

Un aumento importante, che però va messo in prospettiva. In primo luogo, siamo ancora molto lontani dagli obiettivi fissati in sede internazionale, che prevedono un raggiungimento di un rapporto Aps/Rnl pari allo 0,70% entro il 2030. La data è sempre più vicina e siamo ancora a meno di metà strada. Inoltre, relativamente agli altri paesi donatori del comitato Ocse Dac, l’Italia è peggiorata, scendendo dal sedicesimo al ventunesimo posto nella classifica per rapporto Aps/Rnl, un aspetto che tratteremo più approfonditamente in un altro capitolo. In secondo luogo, analizzando a livello più sostanziale questo miglioramento, vediamo che è quasi tutto imputabile a una componente specifica di quello che Concord Europe definisce aiuto gonfiato.


Aumenta l’incidenza dell’aiuto gonfiato

A ben vedere infatti, ad aumentare tra 2021 e 2022 è stata soprattutto una specifica voce all’interno della rendicontazione ufficiale della cooperazione internazionale, ovvero la voce di spesa destinata ai rifugiati nel paese donatore.

Si tratta di risorse che vengono utilizzate per gestire l’accoglienza dei rifugiati nel paese donatore e che pertanto rimangono in Italia. L’uso di questi fondi è importantissimo per garantire i diritti umani dei migranti in arrivo nel nostro paese. Allo stesso tempo però queste risorse non raggiungono quelli che dovrebbero essere i reali beneficiari della cooperazione allo sviluppo, ovvero le popolazioni in povertà nei paesi a basso tasso di sviluppo. Secondo molti questa voce di spesa non dovrebbe quindi essere conteggiata nell’Aps e per questo è considerata la principale componente dell’aiuto gonfiato.

Inoltre, negli ultimi anni, è proprio questa parte delle risorse della cooperazione ad essere cresciuta in modo particolare. Il 2022 non è stato un’eccezione e anzi ha confermato la tendenza in modo molto evidente. Se nel 2020 la spesa per i rifugiati si attestava al 5,4% dell’aiuto allo sviluppo italiano, nel 2022 l’incidenza ha superato ampiamente un quinto del totale.

22,3% di tutto l’Aps italiano nel 2022 è gonfiato.

In anni passati questa è stata ancora più elevata, in particolare tra 2015 e 2017, ovvero in corrispondenza della cosiddetta “crisi dei rifugiati” sulla rotta mediterranea (soprattutto nel 2016 e nel 2017 ha superato il 30%), ma poi si era fortemente ridimensionata, prima di tornare ad aumentare in tempi recenti.


Tra 2021 e 2022 l’aiuto gonfiato è quasi triplicato

La composizione dell’Aps italiano tra 2018 e 2022

DA SAPERE

I dati si riferiscono alla composizione dell’aiuto allo sviluppo (Aps) italiano tra 2018 e 2022, in dollari a prezzi costanti con anno base 2021. Sono identificate tre categorie: l’aiuto multilaterale, la spesa per rifugiati nel paese donatore (pressoché equivalente al cosiddetto aiuto gonfiato) e l’aiuto bilaterale al netto della spesa per rifugiati.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(pubblicati: venerdì 2 Febbraio 2024)

Nel 2022 è diminuito l’aiuto multilaterale (-4,4%), mentre è aumentato quello bilaterale, tuttavia perlopiù nella sua componente gonfiata – al netto di quest’ultima, l’aumento è stato del 15,2%. La spesa per i rifugiati nel paese donatore è infatti aumentata del 190% tra 2021 e 2022. Superando 1,6 miliardi di dollari, una cifra senza precedenti nell’ultimo quinquennio. Se escludiamo la componente gonfiata dal calcolo dell’Aps, vediamo che il rapporto Aps/Rnl scende allo 0,25%, una differenza di 0,08 punti percentuali.Tutto questo peraltro si riferisce al 2022, un anno in cui il numero di arrivi sulle coste italiane era sì cresciuto rispetto all’anno precedente, rimanendo però contenuto se confrontato con i numeri del 2023.

L’articolo è stato redatto grazie al progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda!”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.

Foto: Aics Nairobi

Concorso Scuole Superiori “Il futuro in Agenda”

Concorso Scuole Superiori “Il futuro in Agenda”

ocsiv lancia il Concorso Generazione Cooperazione per le scuole superiori, con 15.000 euro in premi per le migliori iniziative di comunicazione sulla cooperazione allo sviluppo

Focsiv annuncia l’avvio del concorso “Il Futuro in Agenda“, rivolto agli studenti degli istituti superiori. L’iniziativa offre un totale di 15.000 euro in premi per le migliori iniziative di Comunicazione sulla Cooperazione allo Sviluppo, grazie al sostegno dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS). Le candidature sono aperte fino al 19 aprile 2024.

Partecipa e manda la proposta del tuo gruppo classe.

In un momento storico segnato da guerre, dalla crescente crisi climatica e umanitaria, dalle disuguaglianze ed emarginazioni, con effetti sempre più evidenti anche nei nostri territori, risulta urgente promuovere la cooperazione per uno sviluppo equo e sostenibile dal locale al globale, per un futuro plasmato sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Per questo ti chiediamo di partecipare al concorso inviandoci con il tuo gruppo classe una proposta di iniziativa di comunicazione (social, flash mob, gioco, evento, video, articoli di giornale, ecc). Le migliori 10 proposte saranno premiate con 1.500 euro ognuna, da spendersi nella realizzazione concreta della iniziativa.

Il concorso vuole essere un contributo per attuare il piano nazionale per l’educazione alla cittadinanza globale che sottolinea il ruolo cruciale delle scuole e delle comunità educanti nel creare le condizioni per un mondo migliore (Piano-di-Azione-Nazionale-ECG.pdf (aics.gov.it). Da anni, Focsiv e i suoi partner si impegnano attivamente in questa direzione, focalizzando i propri sforzi sull’Educazione alla Cittadinanza Globale. In questa prospettiva, il concorso costituisce un tassello significativo all’interno del quadro più ampio del Progetto Generazione Cooperazione, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.

In breve, qui sotto, un riassunto delle informazioni chiave del concorso, che trovi dettagliate nel documento in .pdf che ti preghiamo di scaricare con i suoi allegati:

  1. Scopo: Il concorso ha lo scopo di favorire l’educazione alla cittadinanza globale per migliorare la conoscenza e consapevolezza di studenti e docenti sulla cultura della cooperazione per lo sviluppo sostenibile. Nello specifico, l’iniziativa mira a stimolare gli studenti ad approfondire le tematiche globali per riconoscere le interconnessioni     tra le sfide globali e locali e contribuire a trasformarli da osservatori passivi ad agenti attivi del cambiamento positivo nella società. 
  2. A chi è rivolto? Il concorso è rivolto agli studenti e studentesse degli istituti secondari di secondo grado, alle loro Scuole e alle Organizzazioni della società civile (OSC) che con loro collaborano.
  3. Come partecipare? Le proposte devono essere inviate entro il 19 aprile 2024 a FOCSIV tramite posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo: concorsogenerazionecooperazione@focsiv.it
  4. Cosa deve contenere l’iniziativa? L’iniziativa prevede la realizzazione di un progetto di comunicazione con focus sulla cooperazione allo sviluppo, evidenziando l’importanza della realizzazione degli  obiettivi dell’Agenda 2030 e il ruolo della cooperazione internazionale nella costruzione di una società giusta, pacifica e sostenibile. Il progetto deve contenere i seguenti elementi:
  • Proposta della iniziativa di comunicazione con focus sulla cooperazione alo sviluppo per gli obiettivi dell’Agenda 2030
  • Target dell’iniziativa di comunicazione deve essere l’opinione pubblica
  • La proposta può includere la realizzazione di eventi, campagne social, video, flash mob, mostre fotografiche, rappresentazioni teatrali, interviste a politici locali e altri testimoni, e altro ancora in termini di comunicazione.
  • La proposta deve essere accompagnata da un breve articolo di presentazione accattivante
  • Preventivo di spesa di 1.500 euro 
  1. Premi Le risorse complessive ammontano a 15.000,00 €. Le dieci migliori proposte riceveranno ciascuna un premio di 1.500€.
  2. Scadenze
  • Invio delle proposte entro il 19 aprile 2024.
  • Comunicazione delle proposte selezionate entro la fine di aprile 2024.
  • Realizzazione delle iniziative di comunicazione, grazie al finanziamento del premio, attorno al 24 ottobre 2024Giornata Mondiale dell’informazione sullo sviluppo.
  • Le spese andranno rendicontante entro il 15 Novembre 2024

In conclusione, Il concorso Generazione Cooperazione è una ottima opportunità per studenti, scuole e organizzazioni della società civile per esprimere idee per comunicare la cooperazione allo sviluppo, contribuendo così a plasmare una società più giusta, pacifica e sostenibile.

FOCSIV con i suoi partner di progetto continua l’impegno di promuovere l’educazione alla cittadinanza globale per creare ponti verso un futuro migliore.

Scarica qui sotto i documenti per partecipare al Concorso Generazione Cooperazione
Concorso generazione cooperazione
Allegato 1 Modulo di proposta
Allegato 2 spese previste e rendicontate
Allegato 3 Criteri di selezione 
Allegato 4 Note tecniche materiali per il concorso  

Sì a un Piano per e con l’Africa. Lo sviluppo è una cosa seria.

Sì a un Piano per e con l’Africa. Lo sviluppo è una cosa seria.

Lettera aperta della Campagna 070 in vista della Conferenza Italia-Africa

La Campagna 070 – l’iniziativa promossa da Focsiv, AOI, CINI, Link 2007 che chiede al Governo italiano di rispettare, entro il 2030, l’impegno assunto all’ONU, oltre cinquant’anni fa, di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo italiano all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo – ha scritto una lettera rivolta al Governo in occasione della Conferenza Italia – Africa, che si svolgerà a Roma la prossima domenica 28 e lunedì 29 gennaio. Un’occasione questa, secondo le intenzioni degli organizzatori, nella quale si vuole dar vita ad un modello di partenariato vantaggioso per tutte le parti, lontano da logiche paternalistiche o predatorie

Per i componenti della Campagna 070 è una possibilità per approfondire i contenuti e gli obiettivi del Piano Mattei e un’opportunità per poter offrire il proprio contributo di idee e di esperienze affinché si possano raccogliere risultati immediati e concreti.

La lettera invita il Governo ad avviare un sistema di programmi e progetti che distinguano la cooperazione allo sviluppo, così come prevista dalla Legge 125/14 “parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia”, dalla promozione economica che deve essere, comunque, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Si sottolinea come sia importante distinguere la tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici dalle azioni volte a favorire le esportazioni, gli investimenti e l’approvvigionamento, in particolare degli idrocarburi, e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, così come il documento del Governo italiano riporta. Soprattutto, si richiede che nel realizzare il Piano Mattei l’Italia metta a disposizione risorse adeguate alla cooperazione, a partire dall’immediato mantenimento dell’impegno assunto dal nostro Paese 50 anni orsono di dedicare lo 0,70% della propria ricchezza nazionale all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Attualmente fermo a solo 6 miliardi di dollari contro i 13 previsti.

L’iniziativa italiana, secondo la Campagna 070, sarà pienamente efficace se si sarà in grado di coordinarsi e di esercitare un forte effetto leva con e sugli strumenti e le risorse comunitarie nell’ambito di una nuova stagione delle politiche di sviluppo europee verso l’Africa e il Mediterraneo.

“Attendiamo di conoscere meglio i contenuti del Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa. Un Piano che suscita attenzione anche per la scelta del Governo di impegnarsi direttamente su un tema così importante e complesso. Come Campagna 070 sentiamo la necessità di offrire un nostro contributo di idee per il buon successo dell’iniziativa. Ci sono anche preoccupazioni, come è normale che sia. Preoccupa il fatto che il Piano Mattei possa tradursi nel superamento dellaLegge 125/14, qualora i finanziamenti previsti della Legge di Bilancio siano sbilanciati a favore degli interessi d’affari privati, ridimensionando così il ruolo e della cooperazione internazionale e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). –  ha sottolineato Ivana Borsotto, portavoce Campagna 070 Lo sviluppo non può fondarsi solamente sul capitale economico, ma necessità di quello umano, di capitale relazionale e sociale, nonché istituzionale. Lo sviluppo è la valorizzazione delle specificità territoriali, è progetti comuni, in partenariato; è lavorare nelle periferie, è sostenere la crescita delle comunità locali, è salvare le biodiversità, è promuovere l’associazionismo e la cittadinanza attiva, è affiancare i movimenti sociali e dei popoli indigeni. L’Italia non deve accontentarsi delle parole senza azioni, di azioni senza politiche e di politiche senza cambiamenti profondi. Il nostro Paese ne ha le potenzialità”.

Il Piano Mattei può essere, quindi, una opportunità per una rinnovata consapevolezza su cosa possa essere e quale ruolo possa ricoprire la cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile. La Conferenza Italia-Africa e i primi passi del Piano Mattei potranno dare indicare la direzione e il senso del cammino intrapreso. 

LEGGI IL DOCUMENTO

La Cooperazione Internazionale in TV

La Cooperazione Internazionale in TV

Costruire un destino di pace ovunque per tutti e tutte. Per questo l’aiuto pubblico allo sviluppo, la cooperazione internazionale, è essenziale.

Occorre finanziare dallo 0,32 allo 0,70% del reddito nazionale lordo per la cooperazione. Per affrontare le disuguaglianze, il cambiamento climatico, le guerre.

Sono questi i messaggi dello spot televisivo del progetto Generazione cooperazione, guidato da Focsiv e finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Generazione Cooperazione – Focsiv).

Un progetto che coinvolge 24 partner in 11 regioni italiane per coltivare la cultura della cooperazione per la pace e la giustizia, con l’educazione alla cittadinanza globale.

Coopera! Aiutaci a diffondere il video e a sostenere il progetto e la Campagna 070

Per vedere lo spot clicca QUI

Comunicato stampa – IL MONDO HA FAME. DI PACE E DI SVILUPPO

Comunicato stampa – IL MONDO HA FAME. DI PACE E DI SVILUPPO

Il mondo ha fame. Di pace e di sviluppo.

L’appello della Campagna 070 e del progetto Generazione Cooperazione – A Roma, il 3 e il 5 dicembre, per sostenere la cooperazione internazionale.

Roma, 22 novembre. La Campagna 070 e il progetto Generazione Cooperazione si appellano al Governo e al Parlamento italiano per il rilancio della cooperazione internazionale dell’Italia. Il nostro Paese rimane lontano dall’obiettivo internazionale, adottato nel 1970 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di destinare lo 0,70% del reddito nazionale lordo dei Paesi economicamente avanzati all’aiuto pubblico allo sviluppo dei Paesi poveri. Nel 2024, l’Italia avrà la Presidenza del G7: in questo ruolo deve assumersi la responsabilità di rilanciare l’iniziativa globale per la pace, per il contrasto al riscaldamento del pianeta e per la solidarietà e la giustizia globale con decisioni immediate e concrete, anche prevedendo maggiori investimenti per la cooperazione internazionale del nostro Paese.

Pace e sviluppo sostenibile sono elementi imprescindibili per il futuro dell’umanità. La pandemia di Covid 19, la crescente frequenza e intensità dei disastri ambientali causati dal cambiamento climatico, l’impatto globale della aggressione della Russia contro l’Ucraina e della «guerra mondiale a pezzi» e, in questi giorni, la tragedia del conflitto in Palestina sono soltanto gli ultimi più drammatici episodi di una crisi che rende sempre più difficile realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il traguardo storico di sradicare povertà e fame è sempre più lontano. Senza costruire ponti di pace e di sviluppo, saremo anche noi responsabili di questo fallimento.

Ivana Borsotto, portavoce della Campagna 070, dichiara che: “Questo è il momento di farsi sentire. L’Italia deve annunciare le priorità per la Presidenza G7 che prenderà avvio nel mese di gennaio 2024.” E aggiunge: “La Presidente del Consiglio ha lanciato il Piano Mattei per l’Africa. Governo e Parlamento sono impegnati nell’approvazione della Legge di Bilancio per i prossimi tre anni, potendo determinare anche quali sono le risorse destinate alla cooperazione internazionale. Accogliamo con favore il recente rapporto della Commissione esteri e difesa che chiede di valutare l’opportunità di un aumento graduale delle risorse per la cooperazione in un arco temporale definito per allinearsi agli impegni internazionali”. Ivana Borsotto conclude ricordando che “La Campagna 070 e il progetto Generazione Cooperazione chiedono ora che la Presidenza del Consiglio adotti un proprio decreto per determinare un calendario graduale ma vincolante per raggiungere entro il 2030 l’obiettivo dello 0,70% da destinare agli aiuti internazionali.”

La Campagna 070, promossa da Focsiv, Aoi, Cini e Link 2007, insieme al Forum del Terzo Settore, ASviS, Caritas Italiana e Missio, con il progetto Generazione Cooperazione, invita tutte e tutti a partecipare domenica 3 dicembre a una mobilitazione che si terrà alle ore 14.30 in Piazza Santi Apostoli a Roma, mentre martedì 5 dicembre, alle ore 10.00, presso l’Hotel Nazionale in Montecitorio, incontreremo le Istituzioni e i membri del Parlamento per condividere l’impegno verso la cooperazione allo sviluppo sostenibile.

Per maggiori dettagli: AOI francesco.verdolino@hotmail.it; CINI comunicazione.cini@cininet.org;
LINK 2007 comunicazione@link2007.org; FOCSIV ufficio.stampa@focsiv.it; ASVIS ufficiostampa@asvis.net.

www.focsiv.it/generazionecooperazione/

Scarica il comunicato stampa: https://l1nq.com/beg4I

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Note Editoriali

  1. Maggiori informazioni sulla Campagna 070 sono reperibili dal sito istituzionale: https://campagna070.it/
  2. Secondo i dati preliminari pubblicati dall’OECD DAC (il comitato che riunisce i Paesi donatori), l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell’Italia ha raggiunto nel 2022 lo 0,32% del reddito nazionale lordo (RNL), ovvero circa 6,5 miliardi di dollari. Un volume di risorse in gran parte assorbito dai costi di gestione dell’accoglienza dei migranti che arrivano nel nostro Paese in attesa del riconoscimento dello status di asilo o di rifugiato: ben 1480 milioni di dollari, che fanno del nostro Paese il primo beneficiario dei propri aiuti. A termine di paragone, si può osservare che solamente per il 2023, la Legge di Bilancio prevedeva ben 27 miliardi di spese per la difesa.
  3. Al livello globale, i Paesi donatori rappresentato dall’OECD DAC hanno destinato 204 miliardi di dollari, ovvero lo 0,36% del RNL globale; ben 16 miliardi sono destinati all’Ucraina, ovvero il 7,8% di tutto l’aiuto pubblico allo sviluppo (https://www.oecd.org/dac/financing-sustainable-development/ODA-2022-summary.pdf). Gli aiuti globali allo sviluppo corrispondono ancora oggi sono un decimo delle spese per armamenti pari ad oltre 2,2 trilioni di dollari.
  4. Nel 2015, con l’adozione dell’Agenda 2030 la comunità internazionale ha assunto l’impegno di sradicare povertà e fame entro il 2030, con la realizzazione di diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile, gli SDGs. Nel corso degli ultimi tre anni, i parziali progressi faticosamente raggiunti sono stati resi inutili dall’impatto della crisi pandemica e dal conflitto russo-ucraino. Secondo i dati della FAO, il numero delle persone che soffrono la fame è tornato a crescere di 129 milioni di unità rispetto al 2019 (https://www.fao.org/newsroom/detail/122-million-more- people-pushed-into-hunger-since-2019-due-to-multiple-crises–reveals-un-report/en) .
  5. Lo scorso 3 novembre, il Consiglio dei Ministri ha annunciato la governance del “Piano Mattei” per lo sviluppo in Stati del continente africano e per potenziare le iniziative di collaborazione tra l’Italia e gli Stati del Continente Africano (https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-57/24163).
  6. L’art 30 della Legge 125 del 2014, che regola il settore della cooperazione internazionale, già prevede il riallineamento del volume di aiuti italiani agli impegni internazionali. La Campagna 070 propone di rafforzare questa disposizione tramite l’adozione di un emendamento alla legge 125 che preveda l’adozione, entro novanta giorni, di un Decreto della Presidenza del Consiglio che stabilisca un calendario di incrementi dell’aiuto pubblico allo sviluppo.
  7. La finanza per il clima è ancora insufficiente, non è stato onorato l’impegno dei 100 miliardi di dollari all’anno a livello globale, mentre il costo dei danni dei disastri “naturali” supera i 300 miliardi all’anno, e le perdite economiche e di benessere superano i 500 miliardi.
  8. Il Rapporto approvato dalla Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato il 9 novembre formula, fra le altre cose la seguente osservazione: (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=19&id=1393984&p art=doc_dc) .

Il progetto Generazione Cooperazione di educazione alla cittadinanza globale è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse in questo appello sono di responsabilità degli autori