Il Manifesto dei Giovani attivisti di Generazione Cooperazione Una cooperazione che cambia: le voci delle nuove generazioni
“Siamo giovani che lottano contro le difficoltà quotidiane e che vogliono una realtà differente. Stiamo ereditando un mondo dilaniato da conflitti, disuguaglianze, crisi climatica. Ripudiamo l’indifferenza e convintamente crediamo che si possa dare vita a delle alternative che porterebbero l’umanità a vivere in unità e armonia.
È una vita che ci sentiamo dire che il futuro appartiene ai giovani, ma noi vogliamo agire ora, nel presente, per fare in modo che domani ci sia un futuro per tutt*, un futuro fondato sul dialogo, la sostenibilità e la giustizia sociale e ambientale. Crediamo fortemente nella partecipazione, per questo vogliamo essere parte di un cambiamento che possa migliorare il tessuto sociale in cui viviamo.
Ma voi siete disposti ad ascoltare e ad agire?”
È questo l’incipit del Manifesto “Una cooperazione che cambia: le voci delle nuove generazioni” realizzato dai giovani attivisti del Progetto Generazione Cooperazione. Un documento ricco di idee e frutto di un’intelligenza collettiva. Un lavoro che merita di essere valorizzato e che dà spunti importanti ai decisori politici su un mondo nel quale i giovani reclamano uno spazio e una voce.
Guarda il video con le riflessioni dei giovani davanti al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e durante la consegna alle autorità italliane
Cosa pensano gli italiani dell’aiuto allo sviluppo e della cooperazione internazionale?
Partiamo dall’analisi dei dati sugli orientamenti degli italiani per discutere e confrontarci con alcuni esperti su come comunicare e raccontare in modo più convincente ed efficace i temi dello sviluppo della cooperazione e della solidarietà internazionale agli italiani.
18.00 Inizio e saluti introduttivi Ivana Borsotto, Portavoce Campagna 070 e Presidente Focsiv
Intervengono:
Daniele Fattibene, Ricercatore Associato IAI
Pierangelo Isernia, Professore di Scienza Politica, Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive, Università di Siena
Partirà a Ottobre la dodicesima edizione della Scuola di Formazione in “Progettazione Europea per un Futuro nel Non Profit”, promossa da Marche Solidali Ets in collaborazione con la Regione Marche.
La Scuola di Formazione si articola in 4 Moduli che saranno svolti in 20 Lezioni tra cui il Modulo ECG (Educazione alla Cittadinanza Globale) e comprende: teoria + esercitazione ed esame + discussione di buone pratiche (nel bando viene indicato il programma da confermare). La modalità sarà online ed in presenza in Ancona per le esercitazioni. Il Corso ha un taglio molto professionalizzante poiché lascia spazio anche alla pratica, con esercitazioni sia di gruppo che individuali.
La frequentazione al Corso permetterà ai partecipanti di acquisire specifiche competenze nel settore della Progettazione, con particolare riguardo alla Progettazione Europea ed ECG, inoltre verranno fornite indicazioni per accedere ai Bandi di Enti Locali e Fondazioni. I moduli saranno attivati al raggiungimento minimo di 10 iscritti. Al termine di ogni modulo verrà rilasciato un attestato di frequenza solamente a coloro che avranno preso parte ad almeno l’85% delle lezioni.
Il Consiglio Unificato delle Classi L-36 e LM-62 del Dipartimento SPOCRI ha deliberato il riconoscimento di CFU (3 CFU dopo aver frequentato almeno 3 dei 4 moduli proposti).
Per partecipare è necessario compilare il form di iscrizioneentro il 06 SETTEMBRE 2024.
È previsto un contributo di € 200,00 per la partecipazione ai 4 Moduli, ogni modulo è comprensivo di materiale didattico. Per l’Iscrizione ad un solo Modulo il costo è di €. 60,00.
Per le organizzazioni Socie del Coordinamento Marche Solidali ETS il contributo richiesto è pari al 50% del costo.
La quota di iscrizione dovrà essere versata solo dopo comunicazione della segreteria.
Marche Solidali ETS è il Coordinamento delle Organizzazioni di Cooperazione e Solidarietà Internazionale delle Marche. Nasce nel 2012 dalla volontà di Associazioni ed ONG aventi tra le loro finalità, la cooperazione e solidarietà internazionale, l’educazione allo sviluppo ed alla cittadinanza globale, le migrazioni. L’intento è di creare uno spazio comune e un luogo di confronto per lavorare in rete su obiettivi condivisi.
Attualmente sono 38 le Associazioni Socie che operano nelle Marche e in oltre 40 Paesi in America Latina, Africa e Medio Oriente.
Tra gli obiettivi, quello di proporsi come interlocutore politico, stimolando un maggiore impegno delle istituzioni a favore della solidarietà internazionale e della educazione alla cittadinanza globale, valorizzare il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni, promuovere la visibilità delle organizzazioni aderenti e favorire la loro collaborazione stabile; sensibilizzare e coinvolgere i giovani nella progettazione ed implementazione di interventi di Solidarietà Internazionale attraverso la formazione.
Webinar – Il futuro della cooperazione allo sviluppo è ora? Quale agenda?
È tutt’altro che scontato che gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) si raggiungano entro il 2030. Di più, circa i due terzi di quegli obiettivi richiedono una strategia centrata sulla dimensione locale. Per questa ragione, sono necessarie ovunque strategie efficaci per lo sviluppo a livello locale, legate ai contesti e alle comunità. Nel campo della cooperazione allo sviluppo, l’approccio territoriale è considerato essenziale al riguardo. In quest’ottica, saranno presentati e analizzati sia il programma di cooperazione territoriale dell’UE nel Mediterraneo che la strategia per la localizzazione degli OSS delle Nazioni Unite.
Programma
Saluti e intervento introduttivo
Marco Zupi, Direttore scientifico del CeSPI
Intervengono Aldo Puleo, Managing Authority, EU ENI-CBC Med Programme
Il Programma Interreg Next MED come strumento per la cooperazione transnazionale nel Bacino del Mediterraneo: caratteristiche e strategia dello strumento e del Programma.
Tipologie di progetti e risultati ottenuti nelle edizioni precedenti del Programma.
Future opportunità offerte dal Programma.
Pietro Ceppi, Associate Expert, SDG Localization and Local Governments Team, UN-Habitat
Le priorità delle Nazioni Unite per la localizzazione degli SDG
Un-Habitat e lo strumento delle Voluntary Local Reviews
Il ruolo dei diversi attori della cooperazione allo sviluppo
Sessione Q&A
Interventi programmati: Giovanni Camilleri, Docente, Università degli studi dell’Insubria
Raffaella Coletti, Ricercatrice, Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie, CNR
Un incontro a Fano per mettere al centro la cooperazione internazionale
Mercoledì 8 Novembre 2023, con inizio alle ore 16:00, nella Sala Ipogea della Mediateca Montanari a Fano avrà luogo il lancio territoriale del progetto Generazione Cooperazione dal titolo “POSSIAMO ANCORA PARLARE DI PACE E SVILUPPO? L’impegno e le sfide della Cooperazione Internazionale.”, organizzato da Marche Solidali, coordinamento da 38 organizzazioni della Regione Marche, che si occupano di cooperazione e solidarietà internazionale.
L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’Assessorato alla Cooperazione Internazionale della Regione Marche, il Comune di Fano e la Federazione Focsiv nell’ambito del progetto Generazione Cooperazione ovvero “Cooperazione: mettiamola in agenda. Giovani e territori per l’aiuto pubblico allo sviluppo sostenibile” finanziato da AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto Generazione Cooperazione ha l’obiettivo di far conoscere l’importanza e la necessità dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo come elemento chiave per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Le guerre, gli effetti del cambiamento climatico, le migrazioni sono fenomeni che hanno bisogno estremo ed urgente di cooperazione. La situazione mondiale sta peggiorando sempre di più con conseguenze sempre più importanti sui nostri territori. “Siamo tutti nella stessa barca” e abbiamo bisogno di cooperare per trovare soluzioni solidali e sostenibili.
Da 30 anni l’Italia ha ripetutamente sottoscritto l’impegno internazionale ed europeo di destinare lo 0.70% della propria ricchezza nazionale a sostegno di obiettivi di sviluppo, ma siamo ben lontani da questo obiettivo, mai raggiunto.
Attualmente siamo lontani dai dati della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza del settembre 2018 che prevedeva di arrivare allo 0,40 per cento nel 2021. L’impegno del nostro paese risulta decisamente inferiore a quello di altri paesi OECD con i quali ci possiamo confrontare per dimensione economica e livelli di reddito (Germania, Regno Unito, Francia e Giappone).
Inoltre l’Italia è un esempio emblematico di un trend di aumento solo fittizio delle risorse destinate all’aiuto pubblico, ossia a sradicare la povertà nei Paesi in via di sviluppo.
Il nostro Paese è passato dallo 0,29% del 2021 allo 0,32% nel 2022 di APS in rapporto al reddito nazionale lordo, con un aumento sulla carta del 15%, cioè da 6,085 miliardi di dollari a 6,468 questa crescita è interamente dovuta all’aumento dei costi per l’accoglienza in Italia che sono triplicati, passando da 557 milioni a quasi 1 miliardo e mezzo e rappresentano il 23% dell’intero APS italiano.
Mentre 359 milioni di dollari sono stati destinati per la crisi Ucraina, gli aiuti italiani verso l’Africa si sono stati più che dimezzati, passando da 1,030 miliardi di dollari nel 2021 a 491 milioni di dollari nel 2022. (fonte: dati OCSE 2022 su aiuto pubblico allo sviluppo elaborati da OXFAM Italia)
In questo quadro, Focsiv, AOI, CINI e Link 2007, con il patrocinio di ASVis, Caritas Italiana, Forum Nazionale del Terzo Settore e MISSIO, hanno promosso la campagna “Il mondo ha fame. Di sviluppo” ovvero Campagna 070, che sostanzialmente si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importante ruolo che può giocare la cooperazione internazionale e di introdurre nella legislazione italiana un preciso vicolo per il raggiungimento dello 0,70% per l’aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2030 nell’interesse del nostro Paese quale attore chiave nella realizzazione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile.
Dalle 16.00 alle 19.00 di Mercoledì 8 Novembre a Fano ne rifletteremo insieme ad Andrea Maria Antonini, Assessore alla Cooperazione Internazionale della Regione Marche, Massimo Seri, Sindaco del Comune di Fano impegnato in numerosi progetti di cooperazione in Africa, Andrea Stocchiero di Focsiv, coordinatore del progetto rivolto alle nuove generazioni, Ivan Antognozzi, consulente del Comune di Fano e responsabile dei progetti in cui la città è coinvolta e la professoressa dell’Università di Urbino, Francesca Declich.
Saranno inoltre presenti due giovani appartenenti al gruppo “Giovani Generazione Cooperazione Marche” che da mesi sono coinvolti in varie iniziative: Tagwa E.M. Babiker e Margherita Capecci.
Durante l’iniziativa infine ci sarà l’occasione per conoscere meglio le tante associazioni marchigiane che si occupano di solidarietà e cooperazione internazionale facenti parte del comitato di Marche Solidali.
Per la partecipazione è consigliata l’iscrizione al seguente link
“I padroni della Terra. Rapporto sull’accaparramento
della terra 2023: conseguenze sui diritti umani,
ambiente e migrazioni”
Mercoledì 18 ottobrealleore 10:00nellaSala Matteotti di Palazzo Theodoli–Bianchelli, inPiazza del Parlamento 19, sarà presentato, su iniziativa deldeputato Bruno Tabacci, ilVI Rapporto “I padroni della Terra. Rapporto sull’accaparramento della terra 2023: conseguenze sui diritti umani, ambiente e migrazioni”,ideato e redatto daFocsiv – Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontariato,nell’ambito della CampagnaAbbiamo riso per una cosa seria,iniziativa pluriventennale volta a sostenere l’agricoltura familiare contro le grandi operazioni di accaparramento. Presupposto delle sei edizioni del Rapporto è la consapevolezza che la terra, soprattutto quella fertile e l’acqua salubre, sono risorse che si stanno esaurendo, in un mercato globale che tutto fagocita con un modello sviluppista ed estrattivista.
Anche“I padroni della terra 2023”sono dedicati alle401 personeche si sono attivate a difesa dei diritti umani e dell’ambiente ed uccise in26 Paesiper essersi opposti alla devastazione e all’inquinamento su grande scala di foreste, terra e acqua, lottando in difesa del Pianeta e del diritto di ciascuno di non essere sfruttato o emarginato e di poter vivere in un ambiente salubre e sostenibile.
Dal Rapporto emerge come siano114,8 milioni di ettari le terreche sono state accaparrate negli ultimi 20 anni, solo lo scorso anno questo dato è aumentato di 26,1 milioni di ettari, a danno delle comunità locali, dei contadini e dei popoli nativi, secondo gli ultimi rilevamenti di aprile dellabanca dati di Land Matrix, il sito che raccoglie informazioni sui contratti di cessione e affitto di grandi estensioni di terra.
In particolare, si evince come la Cina sia attualmente il Paese con più interessi distribuiti nel mondo, avendo accordi con ben 53 paesi per la concessione di terre, seguita dagli Stati Uniti con investimenti in 47 paesi, poi la Gran Bretagna, un paese ex coloniale e imperiale, che mantiene accordi con 42 Stati e il Canada che, grazie ad alcune grandi imprese multinazionali del settore estrattivo, opera in altrettanti 41 paesi. Poco distanti da questo computo vi sono altri paesi occidentali sede di multinazionali come l’Olanda che investe in 33 paesi e la Svizzera in 29 paesi.
L’Africa è il primo continente dove vengono messi in atto degli investimenti che possono comportare fenomeni di accaparramento di terre a danno delle comunità locali, seguito dall’America Latina, dall’Europa orientale e poi dall’Asia.
La convergenza tra cambiamenti climatici e crisi conseguente la guerra in Ucraina ha accelerato la competizione geopolitica sulle risorse, sulla loro estrazione, lavorazione e distribuzione; aggravando ed espandendo l’uso della terra e del cibo per motivi economici e di egemonia geopolitica, con nuovi impatti negativi sui diritti umani delle comunità contadine ed indigene e sull’ambiente. Inoltre, la dipendenza dei paesi impoveriti da quelli occidentali ed emergenti nel nuovo multipolarismo, le speculazioni dei mercati sono fenomeni che da tempo peggiorano la sicurezza alimentare e la vita di oltre 800 milioni di persone nel mondo, delle comunità contadine ed indigene sempre più oggetto del fenomeno dell’accaparramento delle terre o land grabbing.
La risposta non consta in un anacronistico sovranismo alimentare, ma nella sovranità alimentare delle comunità e nel loro diritto alla terra e a migliorare i propri modelli di produzione e consumo fondati sulle culture locali.
Questo e molte altre questioni, che avranno un peso in un futuro prossimo, saranno oggetto della presentazione allaCamera dei Deputatiil prossimo18 ottobre.